rimuovere le infezioni
preservare la funzione masticatoria;
mantenere la lunghezza dell’arcata: il dentino da latte ha la funzione di mantenere lo spazio per il dente permanente che eromperà;
stimolare la crescita dell’osso alveolare: il dente è il fulcro della crescita ossea, la perdita precoce è sempre associata ad una minor crescita ossea sia dei mascellari ma in generale dello scheletro maxillo-facciale;
intercettare eventuali abitudini viziate e malocclusioni.
La principale differenza nell’affrontare un trattamento odontoiatrico nel bambino rispetto a quello di un paziente adulto risiede sia in piccole differenze tecniche che, soprattutto, nel differente approccio psicologico. Mentre il trattamento dell’adulto richiede un rapporto diretto tra odontoiatra e paziente, nel pedodontico il rapporto è di tipo triangolare: bambino, genitore, equipe.
Nel rapporto di fiducia che vogliamo instaurare con il piccolo paziente gioca un ruolo fondamentale la figura del genitore. Spesso il genitore pauroso che vive con ansia il rapporto con l’odontoiatra rischia di trasmettere ansia e paura al bambino. I genitori assistono sempre alla prima visita. Se il genitore lo desidera può assistere anche alle fasi di approccio preliminare; è invece preferibile che il genitore rimanga in sala d’attesa nelle sedute successive. Quando gli è permesso di assistere egli non deve interferire con il dialogo che noi stabiliamo con il bambino, non deve tenergli la mano e non deve consolarlo con frasi tipo ”vedrai, il dottore non ti farà male!” In questa frase sono contenuti messaggi che minano il rapporto di fiducia bambino-medico perché al bambino viene ricordato che la persona che sta per curarlo potrebbe fargli male.
Nel nostro studio vale la regola che il bambino venga introdotto gradualmente alla terapia. L’iter terapeutico del piccolo paziente è articolato in due fasi:
La fase di approccio è fondamentale. Per noi è importante che il piccolo paziente che si accosta per la prima volta all’ambiente odontoiatrico possa vivere bene e senza traumi questa nuova esperienza. Riteniamo che l’approccio lento sia il metodo di introduzione alle cure più consigliabile, sia perché il bambino acquisisce consapevolezza del trattamento, sia perché impara a gestire il proprio atteggiamento.
Desideriamo che viva come un gioco i primi incontri presso il nostro studio. Il rapporto col piccolo paziente va costruito con il tempo. Sappiamo che per conquistare la sua fiducia e la sua attenzione dobbiamo entrare in sintonia con le sue problematiche e la sua fantasia. Solo quando il bambino sarà pronto e avrà acquistato fiducia in noi inizieremo la terapia vera e propria.
Nell’approccio col bambino seguiamo tre tappe fondamentali.
Spiegare;
Dimostrare;
Eseguire…
… ogni manovra o atto operativo che intendiamo compiere su di lui.
Siamo sempre molto attenti ad usare un linguaggio veritiero e adatto al bambino usando termini facilmente comprensibili e sinonimi per spiegare le procedure. Ad esempio parleremo di penna o matita, di pomata o plastilina o cannuccia piuttosto che di specillo, materiale da otturazione o aspiratore. Altro punto basilare è quello di promettere solo ciò che si può mantenere.
Ciò stimola la fiducia totale del piccolo paziente verso di noi. Il bambino, acquisendo sempre maggior fiducia, stima e considerazione in noi sarà portato ad accettare la nostra terapia. Il bambino deve affrontare la seduta dopo essere stato opportunamente preparato. E’ bene che i genitori non si preoccupino di fornire troppe spiegazioni perché involontariamente possono trasmettere ansia o paura al bambino. I piccoli pazienti purtroppo sono spesso testimoni di racconti più o meno veritieri delle sofferenze causate dal dentista a parenti e coetanei. Sarà nostro compito rassicurarli e informarli sulla terapia. Il nostro studio si impegna costantemente per il fornire informazioni ai propri pazienti.
Pedodonzia – Calabrese Dental Clinic – Dentista a Cagliari
Il nostro obiettivo primario è quello di motivare il paziente a mantenere uno stato di salute orale. La prevenzione è articolata in diversi momenti:
IGIENE ORALE: insegnamento della tecnica di spazzolamento dei denti (spazzolino, filo, pastiglie rivelatrici di placca);
APPLICAZIONE DI SIGILLANTI;
CONTROLLO DELLA DIETA;
RICHIAMI PERIODICI OGNI 6 MESI.
La placca ha un ruolo fondamentale nell’eziologia della carie. La placca è costituita da macrocolonie di batteri contenute in una matrice organica. I batteri non iniziano i processi di demineralizzazione dello smalto finché non aderiscono ai denti tramite la placca dentale. La rimozione della placca rappresenta uno dei cardini della prevenzione. Per noi è fondamentale insegnare ai piccoli pazienti una corretta tecnica di spazzolamento.
La sigillatura è una protezione meccanico-fisica per alcune aree dentali, come solchi profondi e fossette, che riduce l’incidenza della carie. Consiste nell’applicazione di resina protettiva fotopolimerizzante in corrispondenza di tali solchi e fossette sulla superficie occlusale dei molari. Ricordiamo però che gli spazi interdentali si possono comunque cariare.
La dieta esercita un ruolo fondamentale nell’incidenza della carie. Oggi sappiamo con certezza che gli zuccheri raffinati, presenti in caramelle, gomme da masticare, merendine etc, hanno un potere altamente cariogeno. I batteri si cibano soprattutto di zuccheri e ciò comporta la produzione di acidi in tempi brevissimi con riduzione del PH (attacco acido) e conseguente demineralizzazione dello smalto. Consigliamo pertanto di moderare la loro assunzione e, per quanto possibile, di farlo durante i pasti. Frutta, verdura, carne sono gli alimenti meno cariogeni. Noi consigliamo un’alimentazione a base di cibi duri e fibrosi poiché favoriscono la detersione dei denti e la funzionalità dei muscoli masticatori e un conseguente corretto sviluppo delle ossa mascellari.
Consigliamo ai genitori dei nostri piccoli pazienti di fare la prima visita già all’età di 3-4 anni, ovvero quando la dentizione da latte è completa.
L’obiettivo della nostra cura è la rimozione della carie associata al ripristino dell’anatomia del dente che avverrà con la ricostruzione. A seconda della profondità del processo carioso varierà il tipo di terapia.
Otturazione
Pulpotomia
Estrazione
La tecnica consiste nella rimozione della carie previa anestesia al dente. La cavità verrà disinfettata e ricostruita con i compositi ovvero resine microriempite fotopolimerizzanti.
Terapia d’elezione quando il processo carioso ha un’estensione tale da interessare la polpa; non sarà sufficiente limitarsi ad eliminare la carie, ma sarà necessaria l’amputazione della polpa coronale, ovvero della porzione del nervo contenuto nella corona del dentino. La pulpotomia si rende spesso necessaria nei denti da latte, sia perché il nervo occupa uno spazio molto grande dentro il dente, sia perché le carie sono piuttosto aggressive e raggiungono il nervo con estrema facilità. La pulpotomia è una sorta di devitalizzazione che prevede di asportare la sola polpa coronale. All’amputazione della polpa seguirà la disinfezione e l’applicazione di un medicamento posto a contatto con la polpa radicolare all’imbocco dei canali e infine la ricostruzione del dente.
Il dente dovrà essere tenuto sotto controllo nel tempo, a volte potrebbe verificarsi la necrosi del nervo radicolare con eventuale comparsa di fistole e ascessi. La comparsa di questa complicanza richiederà una disinfezione dei canali.
Si procederà all’estrazione in presenza di carie talmente estesa da non consentire il recupero funzionale del dente. Dopo l’estrazione sarà necessario valutare l’eventuale applicazione di mantenitori di spazio ovvero di apparecchietti che hanno la funzione di mantenere lo spazio per i denti permanenti.
I traumi dentali più frequenti nei bambini si verificano a carico dei denti anteriori e consistono essenzialmente in fratture, lussazioni ed avulsioni.
Le fratture possono interessare i denti decidui o permanenti e possono avvenire a vari livelli a carico della corona o della radice di un elemento dentale.
Di solito le fratture coronali dei denti decidui non danneggiano il germe del permanente sottostante; le fratture radicolari invece dei decidui, se complicate da danni a carico dell’osso alveolare, possono avere conseguenze patologiche sull’eruzione successiva del permanente.
A causa delle difficoltà tecniche di solito non viene utilizzato il frammento del dente deciduo fratturato, per cui è inutile affannarsi a cercarlo nel luogo dell’incidente. Il trattamento immediato consiste nel tamponare l’eventuale sanguinamento, tranquillizzare il bambino e portarlo presso un centro odontoiatrico dove verranno effettuate le cure immediate e programmate le eventuali terapie successive.
Nel caso invece di fratture a carico di un incisivo permanente, il frammento coronale può essere utile per una ricostruzione temporanea. Infatti oggi le tecniche conservative permettono di reincollare il frammento o comunque di ricostruire l’elemento dentale in maniera perfetta. Qualora si riesca a recuperare è bene conservare il frammento dentario in soluzione fisiologica o latte.
Anche le fratture a carico dei permanenti possono essere complicate da infrazioni alveolari e lacerazioni dei tessuti molli. Il trattamento immediato consiste anche in questo caso nel tamponare l’eventuale sanguinamento e rivolgersi poi ad un centro odontoiatrico il prima possibile. Infatti se la frattura è a livello pulpare dopo breve tempo potrebbe insorgere dolore acuto (pulpite) per cui è bene intervenire con le cure adeguate in tempi brevissimi.
Un qualificato intervento dentistico precoce ha notevoli effetti sulla prognosi, anche a lunga scadenza.
Per lussazione si intende la dislocazione dell’elemento dentale dalla sua posizione fisiologica.
La lussazione può essere estrusiva se il dente viene dislocato parzialmente fuori dal suo alveolo, cioè il dente appare più “lungo”; intrusiva se il dente viene dislocato profondamente nell’osso alveolare, il dente appare più “corto”; laterale se il dente viene dislocato verso l’interno o l’esterno della cavità orale.
La terapia consiste nel riposizionamento manuale del dente e se necessario nello splintaggio ortodontico, cioè il bloccaggio del dente con quelli vicini con un apparecchio ortodontico che può anche spostare il dente, riposizionandolo correttamente.
Queste manovre richiedono una certa collaborazione da parte del piccolo paziente e non sono sempre eseguibili. A volte nel caso della lussazione intrusiva il dente può tornare lentamente nella sua posizione.
Il danno a carico del dente permanente sottostante, qualora la lussazione riguardi un dente deciduo, dipende ovviamente dalla direzione che assume il dente che subisce la lussazione.
Nell’avulsione il dente viene completamente espulso dall’alveolo.
Quest’evenienza, non particolarmente grave nel caso di un dente deciduo, ha ovviamente un grande impatto nel caso si tratti di un dente permanente.
L’intervento immediato dei soccorritori è determinante, perché condiziona le successive terapie odontoiatriche.
Se possibile bisogna recuperare il dente avulso ed immergerlo in un liquido idoneo, come soluzione fisiologica o latte, oppure conservarlo nella cavità orale.
E’ importante che durante questa manovra il dente non venga deterso per non rimuovere dalla radice le fibre parodontali. Non si deve infatti strofinare la radice del dente ma al massimo si può sciacquare un po’.
Bisogna quindi recarsi al più presto (entro 1 ora massimo) presso un centro odontoiatrico. Se le condizioni sono state rispettate spesso si può eseguire il reimpianto del dente (reinserimento del dente nel suo alveolo) e lo splintaggio ortodontico con notevoli benefici per la prognosi. La possibilità di reimpiantare un elemento dentario avulso è condizionata da molti fattori e tra questi il “fattore tempo” è fondamentale.
DR. CANTAMESSE-DR. GHEZZI · VIALE BETELLI, 78/A · 24044 - DALMINE (BG)
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